Quali sono le alternative alla CPAP?

5 alternative alla CPAPL’uso di una CPAP è la terapia più comune per chi soffre di apnee notturne, ovvero della sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS).

Si tratta essenzialmente di un piccolo ventilatore che durante la notte immette nelle via aeree un flusso costante di aria pressurizzata che ostacola la comparsa di russamento e apnee notturne. Se adeguatamente impostata, si tratta di una terapia sicura ed efficace, con un alto tasso di successo.

Purtroppo, però, la CPAP non è tollerata da tutti. Alcuni la trovano troppo scomoda o provano un senso di claustrofobia nell’indossare la maschera per tutta la notte. Altri, invece, si lamentano della secchezza della gola, oppure della pelle irritata o delle difficoltà a espirare a causa della pressione dell’aria. Per altri, invece, la CPAP è incompatibile con la loro vita piena di impegni e di viaggi.

Questi e altri problemi rendono il rifiuto della CPAP una situazione molto comune: per fortuna oggi esistono diverse alternative per chi soffre di apnee notturne.

Ecco le nostre 5 alternative alla CPAP:

 1. Esercizi e cambiamenti dello stile di vita

Esistono dei piccoli accorgimenti che non curano da soli l’OSAS, ma possono mitigarne la gravità o rendere l’uso della CPAP meno fastidioso.

Ad esempio, una semplice perdita di peso può diminuire la gravità delle apnee o addirittura eliminare le forme più leggere. Infatti, se si è in sovrappeso i “cuscinetti” di grasso sotto il mento sono piuttosto voluminosi e, comprimendo le vie aeree superiori durante il sonno, portano ad ostruzioni nel corso della respirazione notturna.

2. Terapia posizionale

Circa 1 persona su 42 di coloro che sono affetti da apnee notturne soffre di OSAS posizionale, dove le apnee avvengono più frequentemente in posizione supina. In questi casi si possono ridurre i sintomi semplicemente dormendo sul fianco.

Oggi esistono diverse soluzioni per incoraggiare il sonno in posizione laterale: oltre a speciali cinture per il corpo e ad appositi cuscini, esistono anche devices tecnologici come il “Night Shift”, un sensore applicato ad una fascia cervicale da indossare prima di coricarsi, che vibra quando chi lo indossa si dispone supino.

Sebbene la terapia posizionale possa essere una valida soluzione per russamento e forme lievi di OSAS, per i casi più gravi non può essere considerata un trattamento risolutivo ma solo complementare, perché le apnee avvengono indipendentemente dalla posizione assunta durante la notte.

3. Dispositivi intraorali

I dispositivi intraorali (detti comunemente “bite”) sono una valida alternativa alla CPAP, e sono molto apprezzati per il loro comfort e la semplicità di gestione. Questi dispositivi – da indossare di notte – spostano leggermente in avanti la mandibola o la lingua, in modo da opporsi al collasso delle prime vie aeree prodotto dalla respirazione (che causa apnee e russamenti).

Anche se esistono in commercio alcuni dispositivi orali universali, raccomandiamo sempre di far realizzare il dispositivo su misura. Infatti, come in tutte le terapie, la personalizzazione aumenta la risposta al trattamento stesso.

Anche se i dispositivi intraorali non sono adatti per tutti i pazienti affetti da OSAS, se usati correttamente sono una soluzione semplice ed affidabile.

4. Intervento chirurgico

Per chi cerca una soluzione definitiva al russamento o soffre di forme severe di apnee notturne, la chirurgia potrebbe essere la soluzione ideale. A differenza degli interventi chirurgici effettuati in passato, spesso molto invasivi e con ripercussioni non indifferenti sulla vita del paziente, oggi le nuove procedure chirurgiche sono molto più efficaci, mininvasive e con minori rischi di disturbi futuri.

Alla base del successo degli interventi di chirurgia per OSAS c’è sempre un corretto inquadramento diagnostico: per identificare se un paziente è idoneo per un intervento chirurgico occorre affidarsi a un medico specializzato in disturbi del sonno ed effettuare alcuni esami preliminari (come ad esempio la polisonnografia, la fibroendoscopia delle vie aeree superiori e la Sleep Endoscopy).

Una vera innovazione nell’ambito della chirurgia per russamento e apnee notturne è la Barbed Snore Surgery (BSS), una nuova tecnica di roncochirurgia mini-invasiva con fili autobloccanti. Questo intervento, un vero e proprio “lifting palatale” senza asportazione o taglio di tessuti, è stato ideato dal Prof. Mario Mantovani, consulente scientifico di Sonnomedica. La BSS è oggi sempre più diffusa grazie ai suoi numerosi vantaggi, tra cui la sua potenziale reversibilità, la buona tollerabilità e una comprovata efficacia.

5. Differenti tipologie di CPAP e nuovo approccio alla terapia

La CPAP è solo una delle possibili forme di ventilazione notturna utilizzate nel trattamento delle apnee notturne. Scegliere un’altra tipologia – sempre con l’aiuto di uno specialista – potrebbe risolvere i più frequenti problemi di tollerabilità ed efficienza. Ad esempio le BiPAP, grazie a un sensore elettronico, modificano la pressione dell’aria emessa (a seconda di se si sta inalando o espirando) e facilitano la respirazione offrendo un migliore comfort.

Altre volte il fastidio per la CPAP può essere attribuito esclusivamente alla scelta di una maschera sbagliata: la soluzione potrebbe quindi essere quella di provare altre tipologie di maschere. Per altri, invece, può essere utile partecipare a un gruppo di sostegno con altri utilizzatori di CPAP, in modo da ottenere reciproco supporto e suggerimenti utili.

In altri casi, invece, il rifiuto della CPAP è semplicemente causato da una falsa partenza. Molte persone che iniziano a usare la CPAP la utilizzano per una settimana o due e poi ci rinunciano definitivamente. Quello che non considerano è che il nostro cervello e il nostro corpo potrebbero metterci più tempo per adattarsi al suo utilizzo: non è mai una cattiva idea riprovarci di nuovo, se in un primo momento non si è partiti col piede giusto.

In conclusione: quale alternativa scegliere?

La terapia con CPAP ha un tasso di successo molto elevato per il trattamento delle OSAS ed è oggi la scelta prevalente, ma a volte è di difficile accettazione, specie a lungo termine e per persone giovani.

Per trovare la migliore alternativa per la propria situazione andrebbero sempre considerati rischi e benefici, costi complessivi e disponibilità ad avere un’adeguata assistenza nella propria zona di residenza. Anche l’impatto della scelta terapeutica sulle proprie attività quotidiane costituisce un importante fattore decisionale.

Vi consigliamo di discutere di tutte queste opzioni con un medico specializzato in medicina del sonno, che vi suggerirà la terapia più adatta per la vostra situazione.

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Ultimo aggiornamento: 25 Ottobre 2016|