Una fotografia globale sui comportamenti e le abitudini relative al sonno

Il sonno in questo periodo di emergenza globale e di forte stress è stato certamente messo a dura prova e molte sono le persone che l’hanno letteralmente perso, per un motivo o per l’altro.

Ma come dorme il mondo? Un recente studio della Philips ci dà una risposta e quello che risulta non è confortante.

Per lo studio sono stati intervistati oltre 13.000 adulti in 13 paesi nel mondo (tra cui l’Italia) per cogliere ed esaminare gli atteggiamenti, le percezioni e i comportamenti riguardanti il sonno, ricavandone spunti e riflessioni utili a creare una fotografia su come dormiamo e su cosa potremmo fare per dormire (e vivere) meglio.

Il sondaggio evidenzia che oggi gli adulti di tutto il mondo incontrano difficoltà quotidiane che li portano a non dormire bene, pur consapevoli dell’importanza del sonno per la loro salute e le conseguenze negative di un sonno inadeguato. Tecnologia, preoccupazione, stress, rapporti interpersonali sono tutti fattori che possono incidere negativamente sulla qualità del sonno. Le persone ne sono consapevoli, cercano di informarsi e dichiarano di volersi far aiutare; ciononostante le azioni che di fatto compiono sono ancora limitate. Eppure, basterebbero pochi e semplici accorgimenti per dormire bene e, di conseguenza, vivere meglio.

 

E gli italiani, come dormono?


È stato chiesto quali sono i fattori che contribuiscono maggiormente alla salute e al benessere. Gli italiani non hanno dubbi: guida il buon sonno, seguito da una dieta equilibrata e un esercizio fisico costante.

In media gli italiani dichiarano di dormire 6,6 ore a notte durante la settimana e di superare di poco le 7 ore durante il week-end. Ma dovremmo dormire di più: gli esperti raccomandano 7-9 ore di sonno a notte per un adulto sano.

Sappiamo che abbiamo bisogno di dormire, ma non riusciamo a farlo

Il sonno è fondamentale: a dichiararlo sono quasi 9 italiani su 10 (86%), concordando sui benefici di un buon riposo sia per il proprio corpo che per la propria mente. A causa di un sonno irrequieto il 55% degli intervistati ritiene che la propria memoria sia peggiore, mentre il 72% ammette di essere meno produttivo. Appaiono evidenze interessanti anche sul fronte dell’umore, infatti per quasi 8 italiani su 10 dormire bene rende più felici.

Quanti si dichiarano soddisfatti del proprio sonno? Il confronto globale vede in testa India e Brasile col 76% e il 60%, seguiti da Germania, Paesi Bassi, Singapore col 51%, Stati Uniti col 49%, Cina col 48%, Italia col 47%, Australia col 45% e Regno Unito col 44%. Ma gli indici di soddisfazione del sonno più bassi sono risultati in Corea del Sud col 40%, in Francia col 37% e in Giappone col 32%.

I nemici del buon sonno

Tra i fattori che impediscono di dormire bene, emergono la preoccupazione e lo stress, identificati come i nemici del sonno da quasi la metà del campione. In generale, solo 1 italiano su 2 (46%) sa identificare con certezza ciò che impedisce di dormire bene.

  • Lo smartphone: sempre e dovunque. Un punto chiave è evidenziato da oltre due terzi (70%) delle persone, le quali ammettono di usare lo smartphone a letto. Nonostante gli esperti lo sconsiglino a gran voce, quasi 4 italiani su 10 riferiscono di usare il proprio cellulare subito prima di addormentarsi (35%) o appena si svegliano al mattino (32%).
  • Russamento o sonno inquieto. Tra coloro che hanno un partner: il 27% ammette di dormire in camere separate per dormire meglio e il 29% ammette che dormire separati stia influenzando negativamente la vita di coppia. Inoltre, oltre la metà (53%) di chi soffre di apnea del sonno dichiara di avere problemi di coppia dovuti alla patologia.

Ognuno di noi può fare qualcosa di concreto per mettere fine a certe cattive abitudini come l’uso del cellulare a letto. Ci sono tuttavia certi fattori su cui i comportamenti individuali hanno un’incidenza minore e devono bensì essere trattati con l’aiuto di uno specialista.

Vediamo quali sono, mettendo a confronto l’Italia con la media degli altri paesi coinvolti nello studio.

  • Insonnia: Italia 24% / media globale 28%
  • Russamento: Italia 20% / media globale 24%
  • Apnee del sonno: Italia 7% / media globale 9%
  • Disturbi causati da turni di lavoro: Italia 7% / media globale 10%

Quest’anno, gli intervistati hanno segnalato minori problemi di insonnia, russamento, disturbi dovuti al lavoro su turni, mentre le apnee notturne rimangono allo stesso livello (2019: 10% vs. 2020: 9%). Delle persone che soffrono di apnee notturne il 48% ha dichiarato di ritenere che dormire bene sia fuori dal loro controllo, mentre è noto che esistono una varietà di soluzioni efficaci per risolvere questo disturbo.

 

Gli italiani non fanno molto per migliorare il proprio sonno


Gli intervistati dichiarano di essere poco disposti a fare qualcosa di concreto per migliorare il proprio sonno, ma si avvalgono di rimedi fai da te: primo tra tutti, guardare la tv che per il 45% degli italiani è una delle strategie più comuni per conciliare il sonno, con ben 12 punti percentuali sopra la media degli altri paesi.

Gli italiani vogliono dormire meglio. Lo studio conferma che c’è un diffuso desiderio di trovare soluzioni per migliorare il proprio sonno e il 60% delle persone è interessato ad avere informazioni e conoscere nuove strategie per dormire meglio. Un italiano su quattro è già stato dal proprio medico di base e il 45% si dichiara disposto a consultarlo. Ma si nota che, rispetto al 2019, sempre meno persone stanno prendendo provvedimenti per migliorare il proprio riposo, nonostante le molteplici possibilità esistenti. Solo il 7% degli italiani si è recato da un medico specializzato in medicina del sonno, nonostante il campione palesi una buona apertura a farlo (44%). Forse perché, come racconta il 61% degli intervistati, sarebbe difficile sapere a chi rivolgersi.

È quindi abbastanza evidente come sia importante e necessario agire per accrescere la sensibilizzazione e l’informazione sul tema del sonno e rendere più facilmente disponibile l’accesso ai rimedi oggi esistenti.

 

FOCUS – Apnee Notturne


L’incidenza dell’apnea del sonno (OSAS) e l’importanza di diagnosi e trattamento precoci non sono note ai più. E per quanto la consapevolezza stia aumentando, non c’è sufficiente chiarezza anche tra chi ne soffre. Spesso le persone non sono in grado di identificare correttamente i sintomi dell’apnea ostruttiva del sonno né tanto meno i fattori di rischio connessi. Tra tutti, il principale per il 60% degli italiani è l’obesità.

  • Il 14% di chi soffre di apnea del sonno ritiene di non aver bisogno di alcun trattamento.
  • Il 19% di chi soffre di apnea notturna è convinto che il trattamento per l’apnea del sonno sia peggiore della patologia stessa.
  • Al 70% degli individui affetti da apnea notturna, non è mai stata prescritta una terapia CPAP.

Come riconoscere l’apnea del sonno? Il 36% degli intervistati ha scoperto di soffrire di apnee notturne a causa della scarsa qualità del sonno e il 23% a causa dei colpi di sonno improvvisi; mentre per il 32% è stato il partner a notare interruzioni della respirazione durante il sonno o a essere disturbato dal russamento.

Chi soffre di apnea vuole migliorare la propria situazione. Il 59% del campione è interessato a nuove informazioni o strategie per dormire meglio. Il 56% di chi è sottoposto a terapia CPAP afferma che i benefici superano gli svantaggi e che il sonno è migliorato una volta iniziata la terapia.

 

 

La soluzione di Sonnomedica per russamento e apnee del sonno

RUSSAMENTO E APNEE NOTTURNE

 

Cos’è la terapia con CPAP per apnee ostruttive del sonno?

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Ultimo aggiornamento: 9 Luglio 2020|