Sonnolenza alla guida e incidenti stradali:
parla di questo lo studio tutto italiano nato dalla convenzione tra il Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Genova del professor Gianluigi Mancardi e la multinazionale CNH-Industrial IVECO. La ricerca – ideata e coordinata dal neurologo Dr. Sergio Garbarino – è stata pubblicata a novembre sulla prestigiosa rivista scientifica Plos One con il titolo Sleep Apnea, Sleep Debt and Daytime Sleepiness Are Independently Associated with Road Accidents. A Cross-Sectional Study on Truck Drivers.

Due ore in meno di sonno e il rischio alla guida raddoppiaDallo studio è emerso che la sonnolenza diurna, spesso associata alla sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS), può moltiplicare significativamente il rischio di incidenti stradali, fino a quattro volte tanto. Si tratta di un dato rilevante, soprattutto se consideriamo che solamente in Italia nel 2015 su 174.000 incidenti stradali ben 12.180 sono stati causati da autisti affetti da apnee notturne, con circa 240 morti e 17.224 feriti accertati.

Ricerche precedenti avevano già evidenziato una correlazione tra carenza di sonno e rischio di incidenti stradali, ma questo è il primo studio ad affrontare la salute e le abitudini di un grande numero di autotrasportatori in Italia (circa 950 soggetti), tenendo anche conto di tutte le problematiche legate al sonno che influiscono sulla capacità di guida (apnee notturne, carenza cronica di sonno e sonnolenza diurna).

L’indagine nasce all’interno del programma internazionale “Iveco CNH-Industrial Check Stop Project, un grande “laboratorio” viaggiante che è stato posizionato negli interporti di sosta dei mezzi pesanti e che ha consentito di valutare, attraverso questionari e test specifici, il rapporto degli autisti con il sonno. “Abbiamo raccolto informazioni anonime, quindi veritiere, dei camionisti – spiega il dottor Garbarino. Poi abbiamo effettuato specifici test per capire il loro rapporto con il sonno e abbiamo ‘personalizzato’ i risultati ottenuti sulla base dell’abitudine a riposare più o meno a lungo la notte”.

I dati ricavati sulle ore di sonno desiderate e quelle effettivamente dormite dagli autotrasportatori hanno permesso di valutare il loro debito di sonno. In questo modo è stato possibile calcolare con esattezza il rischio di incidenti per un camionista che dorme meno del dovuto: si è così scoperto che chi dorme meno di sei ore a notte ha una probabilità doppia di venire coinvolto in incidenti stradali. Il rischio triplica con 5 ore di sonno a notte e diventa addirittura quattro volte maggiore per chi ha dormito 4 o meno ore.

 

L’impatto delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS) sulla sicurezza stradale 

La ricerca italiana conferma anche quanto emerso da precedenti studi del gruppo di Garbarino: il “riposino pomeridiano” è utile per annullare l’aumento di rischio di incidente da carenza di sonno, ma solo se ha una durata di 20 minuti.

È stato anche calcolato che dopo due anni di uso di una CPAP – un apparecchio di ventilazione meccanica usato come trattamento per le apnee notturne – il rischio di sinistri torna nella norma, confermando la “bontà” del decreto legge del dicembre scorso che, recependo le direttive europee, impone precisi controlli per il rinnovo e il rilascio della patente a chi soffre di apnee notturne medio-gravi. Infatti, la sindrome delle apnee ostruttive nel sonno – di cui il russamento è la prima importante spia – non solo è pericolosa per la salute (perché favorisce ipertensione arteriosa e patologie cardiache), ma induce anche una pericolosa sonnolenza diurna, che mette a repentaglio anche la sicurezza stradale.

I dati confermano la pericolosità della sonnolenza alla guida: secondo l’ACI (Automobile Club Italia), l’eccessiva sonnolenza è associata (come causa diretta o concausa) a circa un quinto degli incidenti stradali ed è una delle principali cause di incidenti mortali in autostrada.

 “Riuscire a calibrare il diverso impatto di eccessiva sonnolenza diurna e OSAS sul rischio di incidenti e infortuni sulle strade, ma anche sul luogo di lavoro”, dichiara Garbarino, “permette di impostare corrette e mirate strategie preventive sia sull’incidentalità che sulla salute del guidatore, ma anche del lavoratore in generale. Noi ricercatori possiamo fornire indicazioni e dati scientifici che vanno in questa direzione, ma è arrivato il momento che le istituzioni competenti facciano finalmente la loro parte”.

Non dormire a sufficienza è come guidare ubriachi: lo studio americano

A una simile conclusione è giunto anche uno studio americano, che afferma che mettersi alla guida dopo aver dormito meno di cinque ore è rischioso come guidare ubriachi. Il dato si evince dal rapporto della Fondazione per la Sicurezza Stradale dell’American Automobile Association, che ha analizzato oltre 4.500 incidenti stradali che hanno coinvolto oltre 7.000 persone.

È emerso che chi ha dormito 5/6 ore ha una probabilità doppia di fare un incidente nelle 24 ore successive rispetto a chi ha riposato un paio di ore in più. Come afferma uno degli autori, Jake Nelson, chi non riesce a mantenere un salutare ritmo del sonno può mettere se stesso o gli altri in grave rischio: secondo la ricerca, infatti, sotto le cinque ore di sonno si ha lo stesso rischio di guidare ubriachi.

Come prevenire i colpi di sonno alla guida?

Ma quali sono i sintomi per capire se stiamo per avere un colpo di sonno alla guida? Secondo l’American Automobile Association occorre fare attenzione ai seguenti campanelli di allarme: difficoltà a tenere gli occhi aperti, a mantenere la corsia di marcia e a ricordare gli ultimi chilometri percorsi. Ma tutto questo non basta: in metà dei casi ci si addormenta senza nessun segno premonitore.

Come fare quindi per ridurre al minimo il rischio di addormentarsi al volante? Oltre a fare un sonnellino di 20 minuti quando ci si sente stanchi, gli esperti consigliano di viaggiare ad orari in cui normalmente si è svegli, di fare almeno una pausa ogni due ore, di viaggiare con un passeggero sveglio (con cui guidare a turno) e di evitare cibi pesanti o farmaci che possano compromettere l’attenzione.

In ogni caso, però, se si russa forte o se si ha spesso sonnolenza diurna (anche alla guida), è sempre consigliabile parlarne con il proprio medico per verificare se si è affetti da OSAS e, in caso affermativo, impostare la terapia migliore.

 

Link allo studio completo

Ultimo aggiornamento: 12 Gennaio 2017|